Uno sguardo irriverente
sulla friulanità contemporanea.
Nella lingua friulana la parola felicità non esiste.
Questo significa che noi friulani non sappiamo essere felici?
INGREDIENTI
Stagione 01
1 promo e 5 episodi che affrontano grandi temi della friulanità:
la sicurezza sul lavoro, la ricerca della felicità, il rapporto tra i friulani e il bevi…
Dopo 10 anni Gianni torna in Friuli. Controvoglia.
La sua dev’essere una guerra lampo. Tre mesi. Tre mesi per rimettere in sesto il padre, e poi…
E poi… chi lo sa!
Gianni al’è un studiât, è laureato in lettere. Ma per necessità trova lavoro in una piccola azienda friulana. Una piccola azienda friulana a conduzione familiare.
La piês peste.
Gianni ha trent’anni e come molti trentenni è alla ricerca del suo posto nel mondo. Ma Gianni è diverso dagli altri…
È nato il 6 di maggio del 1976, un’ora prima che il terribile terremoto segnasse la storia della nostra terra. Un’ora prima… Gianni è la metafora di una felicità che dura un’istante per poi franare su se stessa… Qui ha luogo la nostra storia.
In una terra sospesa tra un passato ingombrante e un presente dove tutto è possibile. In un mondo sospeso tra la campagna e la città.
In una terra che non conosce la parola felicità.
soggetto e sceneggiatura: Alessandro Di Pauli, Tommaso Pecile
direttore di produzione: Lara Calligaro
direzione della fotografia: Piermaria Agostini, Armando Avallone
montaggio: Fabio Cresseri, Martina Zamolo
fonico di presa diretta:Riccardo Asquini (Saojo Studios)
con:
Gianni: Fabiano Dassi – Libero: Giorgio Merlino – Paron: Giancarlo Freschi – Stîv: Massimiliano Pividore – Nina: Sara Missarino – Operaio Toppazzini: Adriano Sabotto – Operaio Badù: Daniel Samba – Operaio Baudelaire: Massimiliano Gosparini – Operaio Lerotik: Valdi Tessaro
con l’amichevole partecipazione di: Alessandro Brunello Zanitti, Aida Talliente, Daniele Copetti
musiche
Démodé, Arbe Garbe, Maurizio Pagnutti Jazz Quintet, Mocambo Swing
produttori esecutivi FMF: Alessandro Di Pauli, Tommaso Pecile
produttore esecutivo TWR: Paolo Parisotto
assistenti alla produzione: Ilaria Antoniali, Luana Peres
amministraizone FMF: Laura Concina
capo elettricista Davide Passera
attrezzista: Simone Scrosoppi
cameraman: Francesco Snidero
segretaria di edizione: Lara Calligaro
trucco e parrucco: Annapia Bernardis, Cristina Stolfo
aiuto truccatrice: Roberta Zucchiatti
fotografo di scena: Simone Flash Benedetti
consulenza linguistica: Rosalbe Della Pietra, Nicole Lizzi
catering: Miriam e Fabio Paschini Dorigo
colorist: Ernesto Zanotti
grafica FMF: Patricia Zampolini, Matteo Lizzi
missaggio audio: Alex Silvestri
prodotto da:
FMF PRODUCTIONS, THE WHITE RABBIT
regia:
Tomas Uolli Marcuzzi, Tommaso Pecile, Alessandro Di Pauli
Stagione 02
6 episodi che raccontano un’unica grande storia:
un intrico di potere, malaffare e peçots alla Daurman s.r.l.
La Daurman s.r.l. è una piccola azienda friulana a conduzione familiare, popolata da un manipolo di esilaranti personaggi.
Un controllo a sorpresa in azienda mette a soqquadro il già precario equilibrio della ditta. Mentre il Paron cerca di metterci una pezza e di tenere in piedi la baracca, Gianni, il protagonista della serie, è alle prese con il suo eterno dubbio: restare in Friuli o partire, alla ricerca di una vita nuova?
Nel frattempo Libero, il padre di Gianni, trama nell’ombra per raggiungere il suo unico obbiettivo: tenere il figlio accanto a se, per sempre.
REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DI:
SPONSOR
Mio Bar
via Udine, 22
Majano (UD)
soggetto e sceneggiatura: Alessandro Di Pauli, Tommaso Pecile
direttore di produzione: Lara Calligaro
direzione della fotografia: Piermaria Agostini
stylist: Sara Bertolini
montaggio: Fabio Cresseri
audio: Riccardo Asquini (Saojo Studios)
con:
Gianni: Fabiano Dassi – Libero: Giorgio Merlino – Paron: Vanni Pauluzzo – Stîv: Massimiliano Pividore – Nina: Sara Missarino – Operaio Toppazzini: Adriano Sabotto – Operaio Badù: Daniel Samba – Operaio Baudelaire: Massimiliano Gosparini – Operaio Lerotik: Valdi Tessaro – Arpia 1: Gina Serravalle – Arpia 2: Caterina Tomasulo – Arpia 3: Bruna Nonino – Ispettore Nauli: Italico “Pauli Nauli” Paulitti – Assistente: Alessandro “Wad” Comello
con l’amichevole partecipazione di: Alessandro Brunello Zanitti, Maurizio Pagnutti, Tiziano Cossettini, Manuela Malisano, Jacopo Gabai, Paolo Rossi
musiche
Alex SAlex Silvestri
produttori esecutivi: Alessandro Di Pauli, Tommaso Pecile
postproduzione video e animazioni: Tomas Uolli Marcuzzi , Uponadeam Studios – Gemona
trucco e parrucco: Anna Pia Bernardis, Cristina Stolfo
segretaria di edizione: Lara Meroi
assistenti di produzione: Margherita Bertoli , Miriam Paschini , Simone Scrosoppi
assistenti operatori: Rocco Cirifino , Armando Avallone
microfonista: Jacopo Ferrara
fonico: Diego Cancian
primo elettricista: Marco Malizia
mixer audio: Saojo Studio
sync audio: Marco Tonutto
finalizzazione audio: Alex SAlex Silvestri
fotografo: Claudio Cescutti
fornitori: MOOVIE Rental – Milano, SHOTOOLS di Cristian Bortolossi & C. sas, Davide Crippa, UPONADREAM – Gemona, DIGITALIGHT
regia:
Alessandro Di Pauli, Tommaso Pecile, Tomas “Uolli” Marcuzzi
Extra
Felici ma Furlans – Il contesto
Il Friuli: terra di vecchi e d’adolescenti… Poche terre come la nostra hanno convissuto così a lungo con il dolore. Nei secoli non si contano cataclismi, invasioni, tragedie, diaspore. I solchi di queste ferite si vedono nelle rughe e nei discorsi dei nostri vecchi. Ma riusciamo a vederli negli occhi dei nostri ragazzi?
Il conflitto generazionale ed il conflitto sociale si intrecciano e si sviluppano in mille diverse sfumature in un Friuli, scorcio di un’Italia frammentata, alla ricerca di un’identità che porti la pace tra passato e presente.
Anche qui si può essere felici, ma in fondo in fondo si rimane sempre un po’ Friulani.
Il conflitto generazionale
Una generazione, quella “del terremoto” che col sudore della propria fronte ha traghettato la piccola patria nel regno del benessere. La generazione successiva, quella degli eterni adolescenti svezzati dalla televisione, sembra non rendersi conto del privilegio che gli è dato e cerca altro. Che cosa? Ancora non lo sa.
Due modi di vedere la vita entrano in conflitto. Il mito della famiglia e quello della libertà convivono, si studiano, si invidiano. Quando si parlano non si capiscono. Una terza generazione, quella “della guerra” si sta pian piano facendo da parte, e osserva con perplessa nostalgia un mondo troppo diverso da quello che conosceva.
Il conflitto sociale
L’arrivo del benessere, per molti della ricchezza, ha ulteriormente scisso il nostro popolo. I nuovi ricchi cercano la felicità nel lusso, negli status symbol, nel materialismo ad ogni costo. Dall’altra parte chi nuovo ricco non è diventato, si sente custode di una via più sobria verso la felicità.
Ma lo fa per convinzione, oppure fa di necessità virtù? Anche in questo caso gli anziani, custodi della tradizione, stanno a guardare le accelerazioni della storia, forse disorientati, forse col cuore spezzato.